possibile pensare a una relazione sessuale fra padre e figlia che sia una forma d’amore e non una violenza?
Sara, sedici anni, è una ragazza difficile da definire: è una ragazza sola, che vive in una famiglia costruita sull’apparenza e sulla menzogna. Daniela, la madre, è concentrata sul fallimento del suo matrimonio, e avverte la figlia come ostile, nemica. Sara cerca conforto nel padre, Fabrizio. Quello che c’è tra loro è un rapporto ambiguo, inconsapevolmente malizioso. Fanno la doccia insieme, dormono nello stesso letto, si spogliano senza inibizioni. Quando Fabrizio lascia la famiglia per andare a vivere da solo, spinto da una collega di lavoro con la quale da tempo ha un rapporto extraconiugale, Daniela annega il dolore nell’alcol e nella violenza psicologica nei confronti della figlia. Sara si allontana da lei e rifiuta di vedere il padre, da cui si sente tradita.
Dopo un violento litigio, Daniela rievoca alla figlia i momenti che aveva seppellito nella memoria, e che obbligano Sara a ricordare gli abusi sessuali subiti da bambina...
Copertina di Luca De Luise.
Sara Durantini è nata nel 1984 in un paese della provincia di Mantova. Si è laureata in Lettere all’università di Parma. Questo è il suo primo libro.
Intervista all'autrice
Il romanzo ruota attorno a un tema molto forte, quello dei rapporti sessuali fra consanguinei. Non ci si aspetterebbe un tema del genere da una ragazza di vent’anni. Da dove nasce il desiderio di raccontare una storia così “diversa”?
A dire il vero non ho scelto io questo argomento ma è l’argomento che ha scelto me, quindi sarebbe meglio chiedersi: perché una storia così “diversa” mi si è incollata addosso? Ho fatto i conti con quello che c’era dentro di me e ho scritto questo libro. Certo, il tema è forte, ma tuttavia leggendo il romanzo si potrà capire che il rapporto che si crea fra Sara e Fabrizio è qualcosa di tenero e naturale che non si distingue dall’amore. Ma non l’amore filiale, che unisce generalmente il padre ai propri figli, io parlo dell’amore che unisce due amanti…
Fin dall’inizio del romanzo il rapporto che lega padre e figlia appare ambiguo, a volte morboso. I due sono abituati a dormire e a fare la doccia insieme, come se per loro la condivisione di questi momenti di intimità fosse un fatto naturale. Pensi davvero che nella vita reale possa essere così?
In realtà nella vita quotidiana accade spesso che un padre trascorra momenti di intimità con i propri figli, in particolare con le figlie femmine. Non credo ci sia niente di scandaloso nel dormire con la propria figlia, o nel fare la doccia con lei, anche se talvolta gli interessati non hanno il coraggio di ammetterlo (mi riferisco soprattutto ai padri, visto che sono adulti e quindi si fanno carico di responsabilità che vengono scontate alle figlie) in quanto temono il giudizio della gente.
La protagonista del romanzo si chiama Sara, come te. Quanto c’è di autobiografico in quello che hai scritto?
Tutti quelli che scrivono hanno la tendenza a raccontare di sé, a scavare nel proprio intimo facendo emergere, a volte inconsciamente, paure e angosce che altrimenti resterebbero sepolte nella quotidianità. Come ho già detto, ho fatto i conti con quello che c’era dentro di me, anche se ciò non significa che il romanzo sia totalmente autobiografico.
Che tipo di pubblico credi che potrà riconoscersi nel tuo romanzo?
Credo che molte ragazze che cercano invano un rapporto con il proprio padre potranno riconoscersi in questo libro, ragazze alle quali la figura paterna è negata, ragazze che non hanno avuto modo di manifestare al proprio padre l’affetto e l’amore, ragazze che per questo non sanno che cosa voglia dire essere amate e che di conseguenza cercano questo amore in altre persone. Penso che anche molti padri di famiglia potrebbero appassionarsi a questo libro. Loro che molto spesso si negano alle proprie figlie, che sfuggono alle carezze, agli abbracci, al dialogo, preferendo costruirsi una vita lontano da casa, pensando che sia più facile vivere da soli. Ai padri che scappano dalla vita abituale e scontata della famiglia e cercano rifugio tra le braccia di una ragazza nella quale si riflette l’amore per la loro figlia, quella che sanno di avere ma che non guardano mai negli occhi.
Nel tuo romanzo, il rapporto d’amore che unirà padre e figlia non può certo essere definito “abominevole” o “innaturale”, ma al contrario è raccontato con tenerezza, come se fosse il punto d’arrivo di un percorso di avvicinamento. Pura finzione?
Anche nella realtà i rapporti che legano i padri alle proprie figlie muovono da un tipo di amore che si potrebbe benissimo paragonare a quello che si instaura tra due adulti. Il fatto è che nella maggior parte dei casi questo tipo di amore è platonico, e rimane tale. Tra Sara e Fabrizio invece cadono i pudori che tengono il loro legame ancorato alla sfera platonica. Molte ragazze si sono trovate nella stessa situazione di Sara, perché non aprire le porte al confronto, al dialogo? Perché “incesto” deve fare rima con “violenza”? Perché ci si deve vergognare di amare il proprio padre? Dov’è la perversione se si tratta di amore?
Il tuo è anche un romanzo sugli abusi famigliari, sulle violenze sessuali consumate fra le mura di casa. Che legame c’è fra queste violenze e il rapporto amoroso che la protagonista instaura con il padre?
Si tratta di violenze sessuali che coinvolgono le donne della famiglia, prima la madre e più tardi la protagonista stessa del romanzo. Mentre per la madre il ricordo della violenza sessuale subita è qualcosa di nitido e concreto, tale da sviluppare sensi di colpa così profondi da obbligarla al silenzio anche nei confronti del marito, per Sara la violenza è un ricordo nebuloso, fatto di sensazioni, odori, impressioni che si materializzano nei sogni che quotidianamente la perseguitano. Ma questa non è l’unica violenza che Sara subisce. Sara vede la madre come un ostacolo alla sua felicità, a quella libertà che le viene continuamente negata, e tutto ciò non fa che aumentare la distanza tra loro. Le violenze fisiche e psicologiche che fanno da sfondo al rapporto amoroso tra Sara e il padre apparentemente non hanno nessun legame con questo rapporto. In realtà si inseriscono in quell’atmosfera ambigua, fatta di malizia, erotismo, smania amorosa, nella quale Sara tenta disperatamente di crescere, distinguendosi dalle ragazze della sua età. Per sfuggire all’indifferenza della madre e delle persone con le quali cerca di avere una relazione, Sara si rifugia tra le braccia del padre, l’unico che non la giudica, che non la rifiuta, ma soprattutto l’unico che le può dare quell’amore di cui ha bisogno.