Dario Voltolini, Il grande fiume. Impressioni sul delta del Po


Il grande fiume
Pagine: 32
Isbn: 9788887433029
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: 1 novembre 1998

Esaurito

«C'è una costruzione diroccata nell'acqua. E una barca verde»


Un viaggio sul delta del Po raccontato attraverso impressioni e immagini mescolate ai ricordi dell’autore. Il fiume come metafora e come elemento che da sempre, con i suoi ritmi, scandisce il tempo di chi vi abita accanto. Un testo denso e ricco di inquadrature quasi cinematografiche, una prosa attenta e curata che alterna momenti di narrazione a momenti di lirismo e poesia. L’elemento dell’acqua, del fiume che nel delta si fonde col mare, diventa in queste pagine un’esperienza personale che si carica di simboli e significati universali.


Dario Voltolini
Il suo primo libro risale al 1990 e si intitola Una intuizione metropolitana. Si tratta di una raccolta di ventinove brevissimi racconti il cui tema costante è quello della bellezza urbana: i protagonisti non sono esseri umani, ma parti della città. Nel 1994 esce Rincorse (Einaudi), romanzo che racconta ancora una volta la metropoli, con i suoi mezzi di trasporto e i suoi monumenti moderni. Il terzo libro, Forme d'onda (Feltrinelli, 1996), una raccolta di racconti, frammenti e sperimentazioni linguistiche, è stato generalmente apprezzato dalla critica. Ha poi pubblicato il libro di racconti 10 (Feltrinelli), sul tema del calcio. Ha scritto per RadioRai quattro radiodrammi, tra i quali Onde (1996) e Le lontananze accanto a noi (1996, menzione al Prix Italia), e uno sceneggiato in 29 puntate. Collabora con pittori, fotografi, musicisti: con Julian Schnabel ha pubblicato Neve (Hopefulmonster, 1996) ed ha scritto i testi degli album Mosorrofa, o dell'ottimismo e Capelas Imperfeita (con musica di Nicola Campogrande). Su Wikipedia compare una voce a lui dedicata che sembra piuttosto completa.

Come inizia


L'acqua in cui non si specchiano gli alberi, limacciosa e stanca di percorsi, densa di materiali, esausta di farseli rotolare nel ventre giù verso valle perennemente, l'acqua che non riflette le cime degli alberi perché ha lo stesso colore delle cortecce, l'acqua da cui non traspaiono fondali, da cui non rimbalza il colore del cielo - perché non fa differenza con la corteccia in questi giorni di pioggia - trattiene in lenti movimenti pesci assassini fuggiti via dalle vasche. Sotto minimi movimenti a riva delle frasche traslucono i loro dorsi e scompaiono immergendosi: sono corpi grandi, sono voraci. Nelle reti mantenute lasche s'inabissano molli e torpidi, se il pescatore le reti le tende, ecco ribollire l'acqua spessa ecco risalire alla superficie la massa del pescato aggrovigliata e lucida e grigia. Mentre piove nel fiume le reti salgono e il pesce vorace sterminatore è un grumo che s'aggroviglia in unti nodi. Le fauci di oscena larghezza. Le pelli tagliate dalla rete. Il ventre galleggiante dell'esemplare morto. Nelle reti vicine il fiume su cui piove copre il tumulto di carpe corpacciute che si presentano di fianco baluginando foschi riverberi di metallo, però di colore caldo. L'acqua in cui cade la pioggia non fa cerchi, è troppo densa; non ha tremori, è troppo vecchia. Il fiume in cui niente più si specchia muove lento verso il mare. Sue vene fluide passano tra le reti, tra il pescato che si attorciglia, che danza senza fiato: il pescatore in piedi sulla barca si sposta tra le reti aggrappandosi alle funi parallele all'acqua, tese tra pali infitti. Sposta anche la barca, come un surf al ralenti. Le movenze sono precise, le mani con presa sicura. Passa tra le sacche di rete che trattengono il suo pescato e sembra - così aggrappato alle funi, così ancorato alla barca - il trolley di un tram in una lontana città.
Agilità. [...]

Rassegna stampa
  • «Ravenna e Ravenna», 17 dicembre 1998: «Impressioni lungo il grande fiume, e dentro il "cuore nero" degli uomini»
    Piccolo è bello, e stimo­lante, anche per quanto riguarda le strenne natali­zie. Lo dimostrano le ulti­me due uscite della casa editrice ravennate Fernandel, guidata da Giorgio Pozzi, che propone due volumetti, agili nel formato ma densi nei contenuti e ben curati nella veste edi­toriale.
    Il primo, un libricino cameo dalle dimensioni supertascabili (appena 32 pagine, 5mila lire) racco­glie le immagini e le impressioni di Dario Voltolini intorno al Delta del Po. Si intitola Il grande fiume e, con una scansione narrati­va che ha la capacità evo­cativa di un piano sequen­za cinematografico e il liri­smo di un poema, fa scivo­lare il lettore nell'alveo simbolico del fiume della vita, dalle sorgenti al mare. Voltolini, giornalista, scrit­tore e docente di tecniche della narrazione, ha già pubblicato per Einaudi e Feltrinelli.
    Il secondo titolo propo­sto da Fernandel è in realtà un'antologia di racconti che sonda le contempora­nee geografie del genere noir. In Cuore Nero (192 pagine, 20mila lire) sono raccolte diciotto storie ine­dite raccontate dalla parte "dei cattivi". Altrettanti gli autori, specialisti del gene­re giallo e horror in Italia. Gran Bretagna. Francia, Russia, Stati Uniti e Messi­co. Fra le firme italiane si segnalano: Eraldo Baldini, reduce dal grande successo del suo recente Mal'aria, e Nicoletta Vallorani, di cui è uscito proprio in queste settimane I misti (Adn Kronos). Diverse, in ogni caso, le "sorprese" e gli esordi in Italia di autori già afferma­ti all'estero come Starr, Mizio, Brenchley e Vettier.

  • «Il Qui», 1 gennaio 1999: «Il "nero" e il fiume»
    Sono usciti in libreria due volumi della casa editrice ravennate Fernan­del, dal titolo "Cuore nero" e "Il grande fiume". Già i titoli ne tradi­scono il contenuto: per il primo (192 pp. 20 mila lire) si tratta di 18 rac­conti inediti del mistero, mentre il secondo è un agile libro di viaggio scritto da Dario Voltolini, con prota­gonista nello specifico il Po (32 pp., 5 mila lire). "Cuore nero", come si è detto, è una raccolta di racconti sulla discesa nel­le tenebre, nel lato oscuro della per­sonalità umana: una mappa, insom­ma, del genere nei paesi dove è nato ed è cresciuto. Il libro rappresenta anche una riflessione su cosa signifi­chi scrivere opere di questo genere in Italia e come farlo. Tra gli scrittori più conosciuti contenuti nel volume, Eraldo Baldini e Nicoletta Vallorani, mentre per i lettori i nomi di Mizio, Brenchley e Starr costituiranno una piacevole sorpresa. Il secondo libro è stato scritto dal giornalista della Stampa, dell'Indice e di Pulp Dario Voltolini, che ha al suo attivo altre pubblicazioni per Fel­trinelli. Il viaggio sul delta del grande fiume è raccontato per impressioni e immagini, che Voltolini mescola con i propri ricordi. Un testo breve ma denso, che contiene inquadrature quasi cinematografiche. Il fiume, più che mai metafora della vita, diventa un'esperienza intima che però si apre a significati universali.

  • «Il Resto del Carlino», 20 aprile 1999: «Dario Voltolini a S.Alberto presenta "Il grande fiume"»
    In un incontro di alcuni giorni fa, l'assessore comunale alla cultura Alberto Cassani aveva sottolineato la necessità di una maggiore attenzione, sia delle istituzioni pubbliche «che delle associazioni e, direttamente, anche dei privati, nei confronti della produzione letteraria contemporanea». In questo contesto merita attenzione il lavoro dell'associazione culturale, e casa editrice ravennate, Fernandel. Oltre a pubblicare un periodico (purtroppo noto praticamente solo agli addetti ai lavori, mentre meriterebbe una distribuzione più ampia per la qualità dei materiali che propone), da tempo Fernandel pubblica anche libri, estremamente curati nella veste grafica e nella selezione di autori e opere. Negli ultimi mesi ha dato alle stampe l'antologia "Cuore nero. Geografie del noir" con diciotto racconti inediti di au­tori italiani e stranieri; "Se fossi Vera", tre racconti di Ales­sandra Buschi; il romanzo "Le cose non sono le cose" di Paolo Nori; e "Il grande fiume" dello scrittore torinese Dario Voltolini (che ha pubblicato proprie opere con Einaudi e Feltrinelli). Quest'ultimo libro sarà presentato questa sera alle 21 a Casa Guerrini di Sant'Alberto. "Il grande fiume" è un viaggio sul delta del Po raccontato attraverso impressioni e immagini. Il fiume come metafora della vita, come elemento che con i suoi ritmi scandisce il tempo di chi vi abita attorno. Un testo denso e ricco di inquadrature quasi cinematografiche, proposte con una prosa che alterna narrazione a lirismo e poesia.