Paolo Nori, Marco Raffaini, Storia della Russia e dell'Italia


Storia della Russia e dell'Italia
Pagine: 192
Isbn: 9788887433388
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: luglio 2003



«Qui si fanno libri stupidi e brutti, ma necessari»

«Non mi davo pace, caro Learco, Pistolare vorrà dire un romanzo sulle pistole, pensavo, visto che parlavi di macchine diesel e di caffè liofilizzato, chissà come gli è venuto in mente un romanzo sulle pistole, pensavo. E niente, pensavo, dovremo scrivere un romanzo sulla storia delle pistole russe e italiane. Solo che poi pensavo Ma pistole in che senso? Nel senso di armi?»
«D'altro lato, se uno legge il nostro romanzo ci son tanti di quei maroni narrativi tante di quelle ingenuità che sono così evidenti rimangono così impresse che uno poi se si mette a scrivere un romanzo per conto suo dopo aver letto questo ha così presenti gli errori che ha letto nel nostro romanzo che quegli errori lì almeno non li ripete e noi nel nostro romanzo di errori c'è pieno, ci son quasi tutti gli errori possibili e immaginabili anche la presunzione, che presumere che dentro un romanzo ci siano tutti gli errori possibili e immaginabili è una presunzione mica da poco, caro Mario».
Con Storia della Russia e dell'Italia si tenta di fondare un nuovo genere narrativo, il romanzo storico epistolare. Essendo un primo tentativo, a dispetto dell'indubbio interesse del tema trattato, nonostante un attento lavoro di documentazione e di studio e malgrado una veste tipografica che si sforza di essere accattivante è venuto fuori un romanzo un po' noioso, che si fa fatica a finire di leggerlo.

Paolo Nori e Marco Raffaini
Paolo Nori è nato a Parma nel 1963. Ha esordito con Le cose non sono le cose , a cui sono seguiti tanti altri libri che hanno avuto per protagonista Learco Ferrari: Bassotuba non c'è (Deriveapprodi 1999, poi Einaudi 2000), Spinoza (Einaudi 2000), Diavoli (Einaudi 2001), Grandi ustionati (Einaudi 2001), Si chiama Francesca, questo romanzo (Einaudi 2002), Gli scarti (Feltrinelli 2003) e diversi altri.
Wikipedia gli dedica una pagina

Marco Raffaini è nato a Parma nel 1967, dove fa il traduttore e lavora come corriere. Suona la fisarmonica nei Bogoncelli e nel Marco Raffaini Jazz Trio. Questo è il suo primo romanzo.

La prima lettera di Learco a Mario


Caro Mario,
è successo un po’ un casino. Mi dispiace. Eravamo lì, stavamo bene. Io lo sapevo che non dovevo bere. Invece. Mi dispiace. Ci siam messi a discutere. Sai quelle discussioni che te hai bevuto che ti fai prendere Io qui io là io su io giù? Così. Io non lo so cosa mi è successo, non ero io, era il demone dell’alcolismo che parlava per me. Una discussione che non te la ripeto neanche che era d’un noioso sai quelle discussioni letterarie noiose? Così. Che poi tra l’altro non me la ricordo. Quello che mi ricordo, che il giorno dopo ho trovato un contratto sul comodino che io e te abbiamo preso l’impegno di scrivere un romanzo in un mese. Un romanzo storico epistolare di almeno centocinquanta cartelle, c’è scritto. Con un titolo Storia della Russia e dell’Italia che io non so un titolo così da dove è saltato fuori, un titolo così. Comunque taci che sembra che ci è andata bene. Che mi han detto una mia amica che era presente che io all’inizio sembra che volevo scriverlo in quindici giorni, il romanzo. E poi volevo che mi dava delle restrizioni, l’editore. Vuoi un romanzo su un motore diesel? sembra che dicevo, Ti scriviamo un romanzo su un motore diesel. Vuoi un romanzo su Enzo Jannacci? m’han detto che dicevo, Ti scriviamo un romanzo su Enzo Jannacci. Vuoi un romanzo sul caffè liofilizzato? sembra che mi vantavo, Ti scriviamo un romanzo sul caffè liofilizzato. Chissà che cazzo avevo bevuto. Comunque, alla fine non c’è andata neanche male. Che Stendhal per scrivere La certosa di Parma, quattrocentonovantanove pagine nell’edizione I classici di Feltrinelli che è scritto anche in piccolo, ci ha messo cinquantadue giorni, noi abbiamo un mese per scriver centocinquanta cartelle in due non ci possiam mica lamentare. L’unica cosa, quel titolo lì Storia della Russia e dell’Italia che oltre a esser brutto molto io non so cosa dire, della storia della Russia e dell’Italia era meglio probabilmente un romanzo sul caffè liofilizzato. Comunque è inutile recriminare bisogna sbrigarsi. Ti mando una copia del contratto per posta ordinaria. La tua firma, l’ho fatta io. Soldi, vedrai, non ce ne danno. Che io sembra che gridavo che l’arte non si può comperare. Ciao Mario. Scusami.
Learco

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