Alessandra Buschi, Cruciverba


Cruciverba
Pagine: 128
Isbn: 9788887433425
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: giugno 2004




VENTIDUE CASELLE IN ORIZZONTALE PER DODICI CASELLE IN VERTICALE

Uno schema di parole crociate: è sotto questa forma che si sviluppa il nuovo romanzo di Alessandra Buschi. Il lettore ricostruisce, una definizione dopo l’altra, il momento che la protagonista sta attraversando, la sua vita di donna, di madre e di moglie, la sua storia d’amore che sembra essere arrivata a un punto cruciale. Il cruciverba offre alla protagonista lo spunto per mettere completamente in discussione la sua vita: è l’occasione per cercare una risposta, come in un puzzle che va lentamente a ricomporsi. Il libro è basato su di un gioco, un vero cruciverba che la protagonista riempie azzeccando soluzioni e badando agli incroci. Un gioco semplice che l’aiuta a porsi domande complicate: Chi è lei veramente? Cosa davvero le piace o non le piace?
Un romanzo che racconta la vita quotidiana di una donna che riscopre il valore di se stessa.

Alessandra Buschi
Alessandra Buschi è nata a Grosseto nel 1963. Ha esordito nel volume Giovani blues. Under 25 curato da Pier Vittorio Tondelli, (Transeuropa 1986, Mondadori 1991). In seguito ha pubblicato la raccolta di racconti Dire fare baciare (Il lavoro editoriale 1990) e ha partecipato come narratrice a diverse antologie, fra le quali ricordiamo: Streghe a fuoco (a cura di Joyce Lussu, Transeuropa 1993), Racconta 2 (La tartaruga 1993) e Raccontare Trieste (Trieste Carta&Grafica 1999).

Come inizia


Ci sono i dati tecnici, forse bisogna partire da qui. Voglio dire: forse è così che si deve iniziare, io non me ne intendo, non c’ho metodo, forse se avessi fatto l’università ce l’avrei questo metodo, qualcuno me lo avrebbe insegnato, ad esempio se avessi dato una tesi: forse è dai dati tecnici che bisogna partire, poi sviluppare uno per uno gli argomenti, ma io non lo so come si fa una tesi di laurea, o meglio sì che lo so: ne ho battute talmente tante a macchina, talmente tante: di medicina, di lettere, tesi per il dams di Bologna, lauree in storia, in pedagogia, in quello che ti pare: da John Cage ai feromoni, dall’interpretazione dei disegni dei bambini all’estimo, e poi a tempo debito me l’ero pure letto Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco, per cui conoscenze ce n’ho, e se debbo dire la verità, io di tesi ne ho pure scritte un paio quasi io, cioè che la gente mi aveva dato dei dati grezzi, ma molto grezzi, e io avevo elaborato delle tesi sulla traccia di un professore di storia dell’arte che mica era mio professore di storia dell’arte, cioè lui manco sapeva che io esistevo, che le tesi le aveva scritte la dattilografa nessuno lo sapeva, soltanto l’allievo lo sapeva, lui sì, che alla fine mica ci ho guadagnato su i milioni, mi veniva da svenire all’idea: ho fatto pagare la battitura e fatta finita: mille lire a pagina andava, diciotto righe di sessanta battute, sono una scheggia in questioni del genere: ci metto un attimo a scrivere diciotto righe di sessanta battute, un vero scherzetto per me che sono bravissima in dattilografia, e peccato che ora non ci sia qualcuno che voglia sfruttare questa mia bravura in dattilografia, ora come ora mi servirebbe proprio che qualcuno la sfruttasse questa mia bravura, visto che rischio di diventare più povera di prima, se questo può essere possibile. Cioè non so: non riesco mica a immaginarmi più povera di prima, proprio non posso immaginarmelo possibile, ma forse questo succederà, e allora sarebbe folgorante per la mia vita in questo momento se qualcuno volesse sfruttare la mia bravura e precisione e velocità e tutto il resto in dattilografia, ché io mi lascerei sfruttare volentieri in questo, cioè io farei un lavoro onesto, niente creste sopra, quel che è giusto è giusto, un tanto a pagina, a me andrebbe bene, lo so che un tanto a pagina a me comunque converrebbe: a me scrivere diciotto righe di sessanta battute è una cazzata, una vera e propria cazzatina, un lampo.
Il cruciverba di cui si parla nel romanzo, quasi completato Insomma si potrebbe anche dire che io sappia da dove bisogna cominciare, anche se nessuno potrebbe metterci la mano sul fuoco visto che non ho mai discusso una tesi di laurea a nome mio e bene o male sono una del ceto medio-basso, iscritta pure ai coltivatori diretti: mica uno si fida ciecamente di una del ceto medio-basso per di più iscritta ai coltivatori diretti. Io lo so che è così: tu ti puoi leggere quel che ti pare, ti puoi studiare quel che ti pare, puoi sapere quel che ti pare, ma sempre e comunque sei una del ceto medio-basso, iscritta pure ai coltivatori diretti. [...]

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