Piersandro Pallavicini, Riviste anni ’90. L'altro spazio della nuova narrativa


Riviste anni ’90
Pagine: 160
Isbn: 9788887433104
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: luglio 1999


Un "vademecum" delle migliori riviste letterarie di fine secolo

Nella seconda metà degli anni Novanta è emerso e cresciuto il fenomeno delle nuove riviste letterarie, testate realizzate con pochi mezzi e tanta buona volontà, ma subito abitate dall'ambizione di diventare autentici prodotti da libreria. Riviste prodotte da redazioni disponibili a leggere, discutere e pubblicare i materiali proposti da un'orda sempre più consistente di "aspiranti esordienti".
In questo libro, scritto da "dentro", cioè da un autore che arriva proprio dalle riviste, c'è l'analisi e la cronaca di un fenomeno generazionale. Un parco-riviste che, lontano dalla ribalta dei media, ha saputo portare alla pubblicazione alcuni dei migliori scrittori della recente narrativa italiana. In più, interviste alle redazioni delle maggiori testate, schede ragionate con indirizzi e contatti e un'antologia-campione di racconti scelti senza interferenze dalle redazioni delle riviste chiamate a collaborare. Testi di Ernesto Aloia, Marco Bezzato, Alberto Forni, Fabio Lubrano, Lorenzo Marzaduri, Cristina Pace, Andrea Rossetti, Marco Vichi.
Copertina di Manola Dettori.

Piersandro Pallavicini
Piersandro Pallavicini è nato nel 1963. Il suo primo romanzo (Il mostro di Vigevano, Pequod), è uscito con qualche scandalo e con ottime attenzioni della critica nel 1999. Da allora le uscite saggistiche, il lavoro sulle testate letterarie e la partecipazione ad antologie ne hanno confermato l’interesse verso la nuova letteratura italiana, sia come scrittore che come osservatore.
I suoi libri di maggior successo sono pubblicati da Feltrinelli: Madre nostra che sarai nei cieli (2002), Atomico Dandy (2006), Romanzo per signora (2012), Una commedia italiana (2014).

Come inizia


Se si guarda indietro, alla manciata d'anni che traghettarono i rutilanti eighties nei dubbiosi e confusi novanta, e si ferma lo sguardo sulla narrativa italiana, ci si accorge che qualcosa è successo, e che questo qualcosa ha a che fare con Pier Vittorio Tondelli. Dopo un decennio, i settanta, di tanta "politica totale", di tanta poesia noiosa e tristemente "impegnata" e di poca, (spesso brutta) narrativa, è stato proprio lo scrittore emiliano a mostrare, in anni comunque ancora dominati da un'idea alta della letteratura e della figura dello scrittore, come nei libri potesse invece entrare lo spirito di chi era allora ragazzo, le sue storie e, più ancora, i suoi "materiali formativi". I suoi cult e must, insomma, i suoi oggetti di desiderio e di divertimento. È stato lui a farlo nei suoi romanzi, e, ancor di più, lui a testimoniare la buona riuscita, l'appetibilità della miscela alto-basso, occidentale-orientale, ipermoderno-retrò, selvaggio-blasé che è stata una delle cifre essenziali per tutta la nuova arte (in ogni sua forma) degli ottanta. E lo ha fatto scendendo in campi mai prima battuti da uno scrittore, spendendo il proprio nome non solo con articoli "di costume" per riviste comunque paludate, ma anche con interventi non certo episodici su riviste di pura cultura bassa, di pura frequentazione neogiovanile: su "Rockstar" insomma, e su "Linus", e "Frigidaire". Non basta: con il progetto Under 25, curato per la casa editrice Transeuropa, è riuscito ad aprire spazi (o almeno pertugi!) attraverso i quali è stato possibile fare il proprio ingresso nel fortino dell'editoria per qualche decina di giovani wannabe della narrativa italiana. Ragazzi instradati certamente, quasi tutti, al racconto minimo e personale, al citazionismo rock e al dispiegamento sulla pagina delle loro sofferenze personali e provinciali, proprio dall'imitazione dell'esempio tondelliano e da quello - che non a caso Tondelli ha promosso sulle pagine delle riviste a quei giovani care - di certi nuovi americani. E poi, mentre i novanta che oggi conosciamo stavano per cominciare, è stato proprio grazie a questa apertura di sentieri "alternativi" che è arrivata la prima bomba della narrativa giovanile o "rock", e cioè il grande successo di Silvia Ballestra e del suo Compleanno dell'iguana . Ma l'uomo che ha dato il via a tutto questo, l'uomo che su Rockstar teneva una rubrica su libri e scrittori, e che ha rischiato di doverne tenere un'altra a consolazione di giovani cuori infranti, il maestro insomma, forse il padre per decine di nuovi scrittori, il 16 dicembre 1991 ha lasciato tutti soli, tutti senza la sua formidabile, insostituibile guida [...]

Rassegna stampa
  • «Sono anni ferocemente felici per le riviste...» (Vincenzo Trama, Il Foglio Letterario, 7 gennaio 2022)


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