Michele Pellegrini, Grand Tour


Grand Tour

Rassegna stampa

  • «Acido e spiazzante quanto basta» (Matteo B. Bianchi, «Linus», maggio 2003)

  • Pagine: 128
    Isbn: 9788887433333
    Collana: Fernandel
    Data di pubblicazione: aprile 2003


    Grand Tour è un libro sulla masturbazione, letterale e metaforica; è il libro di chi è ai margini, lo sa benissimo ma tuttavia non si cambierebbe con nessun altro


    Leonida Strolego – 42 anni, insegnante – sembra avere solo due pensieri: l’ostilità nei confronti della Lombardia, dove vive e lavora, e il sesso. Su questa esistenza monotona e risentita si staglia l’incontro con Claudia Spada – un tempo compagna di scuola, e ambiguo amore – che ha qualche anno e molte sicurezze più di lui. Psicologa di successo, è specializzata nel seguire pazienti per i quali l’onanismo è un’abitudine esclusiva da praticare nei modi più diversi...
    Grand Tour è il libro di chi si masturba: letteralmente e metaforicamente; è il libro di chi rinuncia in piena coscienza a trovare un proprio ruolo nella società; è il libro di chi è ai margini, lo sa benissimo ma tuttavia non si cambierebbe con nessun altro. Grand Tour è un libro a suo modo candido, a partire dal tema principale, la masturbazione maschile. È un libro anche divertente, nonostante tutto.
    In copertina un collage di Marco Mercanti.

    Michele Pellegrini
    Michele Pellegrini è nato a Trieste nel 1960 ma vive a Bergamo. Già consulente aziendale, custode di rifugio alpino, funzionario editoriale e insegnante, ormai da molti anni lavora come bibliotecario in un paese del bergamasco. Dopo aver pubblicato diversi racconti su riviste, nel 2002 è uscito per Stampa Alternativa il suo Memorie di un bambino filocinese, racconto lungo e scopertamente autobiografico. Dopo Grand Tour e Dimissioni (Fernandel, 2004), ha pubblicato Disertori (Barbera, 2007), Erba di neve (Galaad, 2012) e Le discese ardite (Galaad, 2014).
    «Acido e spiazzante quanto basta, intelligente e preciso nel riprodurre sia la mediocrità del contesto scolastico quanto lo snobismo dell’alta borghesia, Pellegrini si muove con abilità in territori che facilmente avrebbero potuto far scivolare la narrazione nel grottesco o nel volgare, senza caderci mai» (Matteo B. Bianchi).

    Come inizia


    Ultimo giorno di riposo e domani torno a faticare; cioè, si fa per dire. Ma fare niente è meglio che fare poco. Ricordo un proverbio che citava mio padre, attribuendolo a qualche antico saggio cinese: mai stare in piedi se puoi stare seduto e mai stare seduto se puoi stare sdraiato. Il vecchio lavorava sodo, però. Probabile che questo proverbio lo abbia raccontato una volta sola, e in chissà che contesto, ma a me è rimasto infitto nel cervello, luminoso come un neon. Comunque: non sarà fatica ma è routine, noia, svegliarsi presto la mattina; rottura di palle, insomma. Dopo un po’ qualsiasi cosa diventa una pena. Il posto in cui si vive, il lavoro, la donna. Cambiare costa fatica. Allora meglio la pena [...]

    I libri di Michele Pellegrini pubblicati da Fernandel: