Matteo Ferrario, Il mostro dell’hinterland


Il mostro dell'hinterland
Pagine: 176
Isbn: 9788898605194
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: maggio 2015
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«La vita mi fa paura, le persone mi fanno paura, da sempre. Non è una cosa buffa, detta da uno come me?»

Riccardo Berio sta scontando un ergastolo per l’omicidio brutale degli zii, con cui divideva una villetta bifamiliare nell’hinterland milanese. All’epoca dei fatti, la movimentata vita sessuale delle due anziane vittime rendeva per contrasto ancora più ridicola e compromettente l’esistenza da fantasma di Riccardo, un quarantenne studente fuoricorso dalle molte passioni intellettuali, ma inabile al lavoro e ai rapporti umani, e in grado di mantenersi solo grazie all’eredità lasciatagli dal padre. Il movente del duplice omicidio del “mostro dell’hinterland”, come subito lo ribattezzano i media, viene individuato nella frustrazione e nell’invidia per la felicità sfacciata di una coppia di pensionati ben più vitali e socialmente inseriti di lui.
Anni dopo la conclusione del processo, quando l’intera vicenda è ormai sprofondata nell’oblio, la casa dove Riccardo è cresciuto viene messa all’asta. Perso così anche l’ultimo pezzo della propria identità, sente che è arrivato il momento di raccontare come sono andate davvero le cose, e al chiuso della sua cella comincia a scrivere. Lo fa col tono caustico e l’umorismo nerissimo di chi non ha mai sperato di salvarsi, perché fin dall’inizio sapeva di essere condannato.

 Matteo Ferrario
Matteo Ferrario è nato nel 1975 in provincia di Milano, dove vive e lavora. Architetto e giornalista, collabora con riviste di costruzioni e di edilizia sostenibile. Ha pubblicato racconti nelle antologie Via dei matti numero zero (Terre di Mezzo, 2002) e Racconti diversi (Stampa Alternativa, 2004). Per Fernandel ha pubblicato il romanzo Buia.

Come inizia

Oggi andrà all’asta la villetta bifamiliare dell’hinterland milanese in cui più di sette anni fa, il 26 agosto del 2005, venni arrestato con l’accusa di duplice omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere.
Questo significa che quando uscirò dal carcere – fra sconti di pena e buona condotta passeranno poco più di dieci anni – non avrò un posto dove tornare, nemmeno la casa in cui ho trascorso i primi quarant’anni della mia vita.
Non che me ne importi, a questo punto. Anzi, se fosse per me la soluzione migliore sarebbe quella di restarmene qui dentro, dove al termine dei tre anni di isolamento stabiliti dal giudice sono riuscito persino a imparare un mestiere e a dare qualcosa di simile a un ritmo alla mia esistenza quotidiana.
Ma un giorno mi toccherà tornare là fuori. Vedo quel momento avvicinarsi con il terrore che ho sempre avuto per il mondo esterno.
La vita mi fa paura, le persone mi fanno paura, da sempre.
Non è una cosa buffa, detta da uno come me?
Il mio nome è Riccardo Berio. A molti di voi non dirà nulla, perché è passato un po’ di tempo da quando mi dedicavano paginate intere, interrogandosi sulla fine che possono fare i giovani rimasti in provincia – come se un quarantenne fosse un giovane, Cristo santo [...].

Rassegna stampa

  • «Un sorprendente finale, un gelido giallo di gran classe» (Piersandro Pallavicini, «Tuttolibri», 20 giugno 2015)

  • Anticipazione di Claudio Marinaccio (Senzaudio.it, 27 aprile 2015)

  • «Riccardo Berio rivolta la sua anima come un guanto per consentirci di capire cosa sente un individuo ai margini, diremmo asociale, misogino, solo. Perfetto stereotipo del colpevole, prima ancora che inizi il processo» (Giovanni Cattaneo, Nerocafe.net, 5 maggio 2015)

  • Una storia raccontata con maestria e delicatezza (Claudio Della Pietà, Satisfiction, 6 maggio 2015)

  • Il romanzo vivace e divertente di uno scrittore che mi farà piacere continuare a seguire (Marco Patrone, Recensire il mondo, 11 maggio 2015)

  • Un’ombra dietro le tendine delle finestre, un ragazzo diventato adulto nei pomeriggi annoiati, sulla sdraio in terrazzo, mentre nell’appartamento di sotto gli anziani zii si godevano la vita con la spudoratezza di due amanti senza età (Daniela Frascati, kultural.eu, 13 maggio 2015)

  • Intervista a Matteo Ferrario (Gian Luca Lamborizio, MilanoNera, 19 maggio 2015)

  • Recensione su contornidinoir.it (23 maggio 2015)

  • «La spettacolarizzazione del delitto, il voyeurismo della sofferenza, la manipolazione dell’opinione pubblica» (Sara Meddi, Il recensore.com, 27 maggio 2015)

  • Non capita spesso di leggere gialli così coinvolgenti (Ilaria Scognamiglio, culturiamo.com, 1 giugno 2015)

  • Intervista a Matteo Ferrario (PaoloPanzacchi.it, I passeggeri del mese, 13 giugno 2015)

  • «Il ritratto di un uomo ironico e riflessivo, vittima della sua stessa incapacità di agire, e la cui vera colpa è quella di non aver saputo adeguarsi alle aspettative degli altri» (Valeria Savio, Il dialogo di Monza, 30 giugno 2015)

  • «La gente per bene non perdona gli omicidi, e ancora meno perdona la diversità; quella vera, che non viene vissuta come una menomazione» (Sara Meddi, Mangialibri.com, 5 luglio 2015)

  • «Una vicenda che si conclude con il graduale annientamento della personalità e della vita di un innocente accusato solo perché non esiste altro capro espiatorio» (Gabriele Scandolaro, Gliamantideilibri.it, 16 luglio 2015)

  • «Un romanzo che mira a condurre il lettore verso i luoghi proibiti della coscienza» (Elisabetta Rizzo, sulromanzo.it, 21 luglio 2015)

  • «Un romanzo ricco di contenuti e spunti di riflessione mai banali» (comeunkillersottoilsole, 16 ottobre 2015)

  • «Matteo Ferrario coinvolge il lettore con un linguaggio sciolto e piacevole, pervaso da una sottile ironia e uno sguardo disincantato» (Gian Luca Lamborizio, «La voce», 30 ottobre 2015)

  • «Credo che tutto passi dalla voce narrante: è quella che decide se il lettore ti crederà o meno, e la parte più importante del processo è trovarla» (Massimo Padua intervista Matteo Ferrario, gialloecucina.com, 25 giugno 2016)


  • I libri di Matteo Ferrario pubblicati da Fernandel: