Fabio Rizzoli, Almanacco dei giorni migliori (inverno)


Almanacco dei giorni migliori (inverno)
Pagine: 192
Isbn: 9788895865577
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: gennaio 2012
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«Una fantasia iperbolica, una creatività debordante»

Dopo il successo di critica e di pubblico della Primavera, ecco la seconda stagione del lunario postmoderno di Fabio Rizzoli. Altri 91 racconti, dal 21 dicembre al 20 marzo, caratterizzati dalla consueta leggerezza e impertinente ironia. Anche in questo volume ogni brano è preceduto da consigli di visione, ascolto e lettura ed è seguito da un’esortazione ad agire.
Cosa attende il lettore? Il giornalista Bruno Gambarotta (proprio lui, nessuna omonimia) che commette un omicidio, le aberranti conseguenze del telelavoro, il monologo di Amleto visto dalla parte del teschio, un immobiliarista specializzato nella compravendita di case in cui sono avvenuti efferati delitti, un caso di corruzione tra i fenici, le fantasie sessuali di un uomo alla cyclette... Novantun modi per mettere a dura prova il senso della realtà – e per sconfiggerla regolarmente.
Copertina: Zeronove di Andrea Mattei.

22 dicembre

All’art director a cui affidarono il compito di fare un restyling dell’inverno vennero subito in mente molte idee. Chiese quale fosse il budget destinato all’operazione e gli fu risposto che avrebbe avuto fondi illimitati. Questa risposta lo mise istantaneamente di ottimo umore, visto che, appunto, le cose da fare sarebbero state tante.
 Fabio Rizzoli è nato a Bologna nel 1974
Il suo intervento doveva consistere in un riammodernamento, non nello stravolgere completamente il senso stesso della stagione. Alcune caratteristiche fondamentali andavano mantenute. La temperatura, ad esempio, avrebbe dovuto essere bassa; la neve, certo quella non la si poteva omettere; le festività principali, come Natale, Capodanno e Befana, neppure. Fatto è, comunque, che una stagione che resta più o meno la stessa per migliaia di anni ha sicuramente bisogno di un’aggiustatina.
L’art director si mise a lavorare giorno e notte al progetto, pensando sia a migliorare l’esistente, sia a introdurre significative novità. Al termine di una full immersion di due settimane, diede un’ultima scorsa alle slide della sua presentazione e si sentì davvero soddisfatto: era convinto che sarebbe stato un successo.
La mattina del meeting con i suoi committenti non riusciva a trattenere un certo nervosismo. D’altronde, quello che stava per esporre era un vero e proprio cambiamento epocale, per cui era difficile non avvertire un po’ di pressione. Quando tutti si furono seduti, si schiarì la voce con un colpetto di tosse e cominciò a esporre le sue proposte.
In primo luogo la durata: un inverno leggermente più corto, diciamo di una ventina di giorni, con un conseguente allungamento della primavera, avrebbe accontentato le persone che non amano il freddo. E, comunque, una ritoccatina generale alle temperature non avrebbe guastato. Si poteva ad esempio stabilire che le minime non scendessero mai sotto i 4°. Freddo, sì, ma leggermente mitigato.
La neve non poteva mancare, ma perché non renderla colorata – blu? rosa? verde? – e con un buon sapore? E le festività: il Natale, per esempio, che piace a tutti, non potrebbe essere più lungo, e durare tre giorni?
L’art director passò quindi in rassegna una serie di possibilità per il cielo, che, spiegava, era da sempre sottovalutato in termini di comunicazione. D’inverno il sole tramonta presto, mettendo così a disposizione uno schermo gigantesco utilizzabile in diversi modi: rassegne cinematografiche, proiezione delle trasmissioni televisive di maggior ascolto (con tanto di inserzioni pubblicitarie), oppure semplicemente slide show di fotografie particolarmente suggestive, magari provenienti da tutte le parti del mondo… Insomma, le possibilità erano davvero tante.
E poi, alla spicciolata, una caterva di altre idee: settimana bianca obbligatoria per tutti, radiodiffusione di musica ambient di prima mattina, scrivere con le nuvole frasi motivanti e citazioni di grandi pensatori, abolizione della grandine e della nebbia, possibilità di rinominare i mesi invernali con il marchio degli sponsor, aprire piste da sci anche in città, scaldare la pioggia per renderla più piacevole, garantire almeno due giornate di sole alla settimana, far circolare per le strade animali ammaestrati come orsi bruni, volpi e pinguini, e così via.
Quando l’art director terminò la sua presentazione con la chiusa ad effetto «Insomma, grazie a voi l’inverno non sarà mai più lo stesso. La storia è nelle vostre mani, e il mondo ne sarà testimone», intorno al tavolo scoppiò un vero e proprio boato di applausi, urla, fischi. L’art director quasi svenne per l’emozione. Già, l’inverno non sarebbe stato mai più lo stesso.


Rassegna stampa

  • «Un racconto al giorno per trovare gioia e imprevedibilità nelle 24 ore» (Pietro Cheli, «Amica», gennaio 2012)

  • «Novantuno racconti per passare l'inverno, fuori dalla realtà» (Sabrina Camonchia, «Il Domani - L'Informazione», 11 gennaio 2012)

  • «Nell'almanacco di un gioco di specchi» (due pagine di anticipazione in esclusiva su «Class», gennaio 2012)

  • «Il gioco della vita, giorno per giorno» («Il piccolo», 20 gennaio 2012)

  • «Un almanacco per affrontare l'inverno» (leiweb.it, 25 gennaio 2012)

  • «L'inverno sembra un po' meno freddo» (Désirée Paola Capozzo, Elle, 31 gennaio 2012)

  • «Un novello Vivaldi letterario» (Francesco Orlandini, «Il Giornale dell'Umbria», 10 febbraio 2012)

  • «Un inverno tutto da ridere» (Achille Scalabrin, «QN», 11 febbraio 2012)

  • «Fra i libri della settimana di A» (Andrea Greco, 16 febbraio 2012)

  • «Un racconto al giorno contro il cattivo umore» (Luca Sancini, «Repubblica», 5 marzo 2012)

  • «Storie per i giorni freddi» (Gabriele Dossi, «il manifesto», 7 marzo 2012)

  • «Storie da leggere una al giorno, per non perdere il gusto della varietà» (Alberto Sebastiani, «Repubblica», 13 marzo 2012)

  • «Ce n'è davvero per tutti i gusti» (Giovanni Ricciardi, «Il Venerdì di Repubblica», 16 marzo 2012)

  • «Inverno quasi addio» (Bruno Quaranta, «La Stampa - Tuttolibri», 17 marzo 2012)

  • «Professione ghost writer» (Pietro Spirito, «Il Piccolo», 30 marzo 2012)

  • «Un genio armato di tanta sregolatezza inventiva» (Sergio Rotino, «Stilos», 24 maggio 2012)

  • Recensione sul blog "Ultima sigaretta" (Alfonso Righini, 3 dicembre 2012)


  • I libri di Fabio Rizzoli pubblicati da Fernandel