Luca Saltini, Tattoo


Tattoo
Pagine: 176
Isbn: 9788895865744
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: 17 ottobre 2012
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Un legame fatale, un codice segreto che unisce due persone


Alberto, giovane sposo e padre, prova l’inquietudine di sentirsi rinchiuso in una vita che non gli appartiene più. Quando incontra Irene, una ragazza che gioca con la sua bellezza e ostenta una rosa tatuata sulla pancia, comincia con lei una relazione ambigua e contraddittoria che Alberto decide di suggellare facendosi un tatuaggio. Nel circolo vizioso che si viene a creare, più la relazione con Irene si approfondisce, più sul corpo di Alberto aumentano i tatuaggi, più la sua vita si disgrega.
Per festeggiare la decisione di abbandonare la famiglia, Irene spinge Alberto a sottoporsi a un nuovo tatuaggio, molto grande e invasivo, ma quando l’uomo comprende di essere stato preso in giro, e che in realtà l’obiettivo della ragazza è quello di umiliarlo e di allontanarlo da sé, decide di punirla con una vendetta fantastica e feroce.
Inizia così un folle viaggio verso un finale inatteso, in cui i personaggi vengono lentamente risucchiati in una spirale vertiginosa alla quale il lettore non riesce a sfuggire, agganciato da una prosa che sceglie l’indagine del dettaglio in un’intensità quasi intollerabile.

 Luca Saltini
Luca Saltini vive a Lugano, in Svizzera, dove si occupa di ricerca storica. Per quasi un decennio ha lavorato nell’università, pubblicando come autore o curatore molti volumi e articoli scientifici dedicati alla storia o alla cultura del Novecento. Il suo libro Il viaggiatore della parola (Le Ricerche, 2007) ha vinto il premio letterario internazionale Cesare Angelini. Come autore per l’infanzia ha pubblicato in rivista oltre duecentocinquanta racconti.

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Tra i capelli sentiva le dita pesanti della donna. Tentavano di compiere un movimento simile a una carezza, ma erano rigide, ansiose di ritrarsi. Alberto avvertiva lo sfregare degli anelli sulla pelle e il ticchettio del metallo quando si toccavano fra loro. Dovevano essere piuttosto grossi, roba di bigiotteria, con pietre oblunghe e colorate, che strozzavano le nocche. Ne immaginò uno con un finto rubino di forma sferica, e un altro nero, che sosteneva un rettangolo sottile sopra l’indice. Fu sorpreso di perdersi in questi pensieri. Il suo corpo era ancora percorso da un fremito, come attraversato da dolorose scosse di corrente. Gli occhi bruciavano in un calore rossastro che avvolgeva tutto il bulbo, da cui uscivano gocce salate.
Sollevò la testa dal grembo della sconosciuta. Notò sul pavimento i piedi della donna fermi uno accanto all’altro, stretti con forza dai lacci dei sandali, i pantaloni neri che avvolgevano la gamba da sopra la caviglia, macchiati dove lui si era appoggiato. Guardò allora la sua camicia e la scoprì piena di infiorescenze rossastre, ormai tendenti al bruno, concentrate sul petto e sugli avambracci. Anche le mani erano coperte dagli schizzi e imbrattate di fango. La testa sembrava terribilmente pesante, bruciava come se tra il cervello e il cranio qualcuno avesse infilato un foglio di carta vetrata e lo muovesse avanti e indietro per levigare i suoi pensieri. Sul pavimento, le pagine della rivista caduta poco prima si mossero all’improvviso al rapido passaggio di un treno. Lo stridio delle ruote metalliche gli penetrò nelle orecchie frantumando il fragile muro di consapevolezza che aveva cominciato a coagularsi nella sua mente. Si ricordò degli anelli.
Prese le mani della donna per guardarli, ma le dita erano completamente libere. Soltanto all’anulare sinistro era stretto il cerchio d’oro della fede. Toccò le nocche, carezzandole una a 6 una, come se potessero nascondere qualcosa, celare quei grossi pezzi di bigiotteria. Sollevò lo sguardo. Lei lo osservava col suo viso grasso, le guance piene, le labbra rosse, gli occhi velati di lacrime e di spavento. Si era soltanto immaginato gli anelli.

Rassegna stampa
«L'angelo azzurro è una bella barista che attrae l'uomo per distruggerlo» (Ermanno Paccagnini, «Corriere della Sera - La lettura», 30 dicembre 2012)


  • «Un romanzo attualissimo sul senso di inadeguatezza» (Désirée Paola Capozzo, Elle.it, 26 ottobre 2012)

  • «Un romanzo che scava con un linguaggio preciso, chirurgico, i personaggi» (Fulvio Caporale, «La Voce», 4 novembre 2012)

  • «Il tatuaggio della libertà» (Stefano Biolchini, «Domenica, Il Sole 24 Ore», 11 novembre 2012)

  • «L'arte di valorizzare il sensibile» (Gilberto Isella, «Il Giornale del Popolo», 1 dicembre 2012)

  • «L'idea affascinante e insidiosa di qualcosa che non si può cancellare» («La Regione Ticino», 7 dicembre 2012)

  • Segnalazione ne "I libri della settimana" di Sky Arte (13 dicembre 2012)

  • «Saltini inizia dalla trama a raccontare il suo gioco perverso» (Cesare Cavalleri, avvenire.it, 19 dicembre 2012)

  • «Uno scrittore di ottima levatura» (Ruggero D'Alessandro, «La Nuova Antologia», gennaio 2013)

  • Recensione sul periodico «La Voce di Castagnola» (Marco Tonacini-Tami, gennaio 2013)

  • «È la storia di un tradimento, dell’abbrutimento di un uomo. Un’esperienza vera che mi ha arricchito e turbato» Recensione su riquadro.com (marzo 2013)

  • «Momenti di eccellente scrittura» Recensione su «Terza Età». Rivista periodica ticinese (aprile 2013)


  • I libri di Luca Saltini pubblicati da Fernandel: