Gianluca Wayne Palazzo, La fine del mondo


La fine del mondo
Pagine: 388
Isbn: 9788832207354
Collana: Fernandel
Data di pubblicazione: 11 novembre 2021
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Ascolta le prime pagine lette da Francesca Aiello


Carlo Draghi ha il viso segnato da cicatrici, le nocche sbucciate e una passione per la poesia anglosassone. Di giorno lavora come autista in una produzione tv, di notte invece si fa spaccare la faccia negli incontri di pugilato clandestino che si svolgono alla periferia di Roma. Una mattina di pioggia dà un passaggio a Giorgio, un grasso nerd dall’espressione simpatica che sta per pubblicare un gioco di ruolo di nuova concezione, La fine del mondo, un’inquietante allegoria della realtà in cui i personaggi sembrano vivere di vita propria.
L’incontro cambia le loro sorti, e soprattutto quella della moglie di Giorgio, Diana, una donna dalle emozioni congelate, costretta in una vita che poteva andare dappertutto e invece si è arenata tra stoviglie, comitati di quartiere e un lavoro precario che le regala solo ansia.
Mentre Giorgio lotta per difendere la purezza creativa del suo lavoro, precipitando in una febbre paranoica e perdendo di vista il proprio matrimonio, Diana inizia una storia con Carlo, che la strappa alla sua narcosi e le fa riscoprire la voglia di vivere.
Ma chi è veramente Carlo? Cosa nascondono la sua imperturbabilità, i suoi silenzi e i suoi impulsi autodistruttivi?
Diana avverte lo strazio di amare due persone e di dover compiere una scelta, e Giorgio si persuade che la realtà circostante è influenzata dagli sviluppi del suo gioco, La fine del mondo. Episodi anomali, attentati e catastrofi naturali sembrano verificarsi ovunque: è la sua immaginazione o il gioco sta davvero modificando la realtà?
Lo scopo del gioco conduce dalla distruzione alla rinascita. E uguale destino toccherà ai tre protagonisti, perché se un mondo nuovo si crea quando sboccia una storia d’amore, ogni storia d’amore è essa stessa la fine del mondo.

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Ogni storia d’amore è la fine del mondo.
Carlo voltò pagina, schiacciando il libro sulla coscia con la mano sinistra. La destra era sul cambio, le nocche spellate, il piede che batteva piano sul tappetino sotto ai pedali come se stesse ascoltando della musica. La luce della mattinata invernale gli intiepidiva una guancia e metteva in risalto la cicatrice che scendeva dalla tempia e poi curvava sullo zigomo, sotto l’occhio sinistro.
«Divertente, sì. Parzialmente divertente», specificò l’attore dal sedile posteriore, Gigio, Remigio, qualcosa del genere, parzialmente giovane, alto, col pizzetto e i capelli sconvolti. L’attrice si masticava le labbra, seduta davanti, accanto a Carlo.
«Concordo», disse Sabina, o qualcosa di simile, gli occhi fissi sul libro che Carlo stava leggendo. «Ha sprecato una sceneggiatura con un potenziale altissimo».
«E ci hanno messo sopra una valanga di quattrini… Ehm, è verde, Draghi».
Carlo sollevò lo sguardo e incrociò gli occhi dell’attore nello specchietto. Lo vide deglutire, cercando di nascondere l’inquietudine che gli incuteva la macchia viola sotto l’occhio destro di Carlo, la cicatrice dall’altra parte e il naso lievemente appiattito che curvava un po’ a sinistra. L’attore continuò a fissarlo lisciandosi il pizzetto per sdrammatizzare le proprie emozioni. Forse l’aveva letto nel Lavoro dell’attore di Stanislavskij. Poi puntò l’indice verso il semaforo. «Verde».
Un paio di clacson suonarono da dietro. Carlo chiuse il libro e lo spostò accanto al cambio, ingranò la marcia e ripartì.
Sabrina sollevò una gamba sul cruscotto, esaminando la propria caviglia nuda sotto una gonna floreale. «Ho già la ricrescita», mormorò. «Male male male. Ciclo e ricrescita al primo giorno di riprese». [...]
Gianluca Wayne Palazzo Gianluca Wayne Palazzo firma copie del suo libro alla libreria Tiburtina Incipit (10 dicembre 2021)
Gianluca Wayne Palazzo è nato a Modena nel 1976. Laureato in storia e critica del cinema, ha un dottorato di ricerca in letteratura italiana e lavora come insegnante di lettere a Roma. Ha pubblicato i romanzi Il contrario di tutto (Voras, 2009), Il paradosso della Luna (Il Seme Bianco, 2017), Idiota è una parola gentile (L’Asino d’oro, 2019) e la raccolta di racconti Gli undici addii (Amande, 2018).

Rassegna stampa
  • «Un romanzo struggente come le vite dei personaggi, le cui vicende vanno a intrecciarsi per caso o per un’incontrollabile spinta del destino» (Patrizia Debicke, theblogaroundthecorner.it, 19 novembre 2021)

  • «Può un semplice gioco diventare inquietante allegoria della vita e creare un continuo fluire dalla distruzione alla rinascita?» (Gaia Matteini, «Corriere Romagna», 21 dicembre 2021)

  • «Gianluca Wayne Palazzo ha scritto un romanzo appassionante, di quelli da cui non si vorrebbe mai alzare gli occhi» (Cecilia Allegri, mangialibri.com, 11 gennaio 2022)

  • «Un romanzo intenso e tormentato» (Loredana Cilento, Mille splendidi libri e non solo, 22 gennaio 2022)

  • «Quando accettare il dolore riapre il respiro» Silvia Guidi, «L'Osservatore Romano», 29 gennaio 2022)