Anna Spinelli, Tra l'inferno e il mare

Breve storia economica e sociale della pirateria

Tra l'inferno e il mare
Pagine: 228
Isbn: 9788887433395
Formato: cm 17 × 24
Collana: Fernandel Scientifica
Data di pubblicazione: ottobre 2003


Un libro che racconta la storia generale della pirateria su tutti i mari, e che mette a confronto epoche, situazioni economiche e sociali con l’intento di analizzare le ideologie che hanno sorretto il fenomeno della pirateria ad ogni latitudine. Il volume comprende anche un capitolo in cui per la prima volta si analizza la strumentalizzazione che il cinema ha fatto del fenomeno pirateria. Scritto con un linguaggio semplice e immediato, offre al lettore di qualsiasi livello la possibilità di avvicinarsi al tema in modo esauriente, completo ma non didattico. Rappresenta perciò una lettura discorsiva e piacevole ma storicamente rigorosa.

 Anna Spinelli
Anna Spinelli (1954) è laureata in Lingue e letterature orientali all’Università di Venezia e ha insegnato Storia dell’arte islamica all’Università di Bologna. Si occupa di cinema, di pirateria e di orientalismo.

Il libro nelle parole dell’autrice

La pirateria è indissolubilmente legata al romanzo: isole del tesoro e tigrotti della Malesia prima o poi sono capitati sulla strada di tutti sotto forma di romanzi d’evasione o di film d’avventura. Tuttavia, è raro trovare lavori dedicati seriamente alla pirateria, ed in genere si tratta di testi scritti nel mondo anglosassone, che di mare se ne intende: per una visione globale della pirateria su tutti i mari del mondo fa difatti testo un bello studio inglese, che risale però agli anni '20 del secolo scorso e che, pur nella sua grandezza, mostra i limiti dovuti allo stato delle cognizioni storiche e alla mentalità dell’epoca.
Tra l’inferno e il mare è il primo libro italiano che affronta una storia generale della pirateria su tutti i mari, mettendo a confronto epoche e situazioni economiche e sociali. La pirateria è un fenomeno che non solo è sempre esistito, ma esiste tuttora su molti mari, tenace così come lo è la sua fortuna nella letteratura e nel cinema, dove non tramonta mai e dove si è ritagliato una nicchia che rimane viva in barba ad ogni critica. Perché? Che cosa ci rende in fondo all’animo un po’ pirati alla ricerca di tesori, di vendetta o di giustizia? Perché indagare la pirateria e la storia della navigazione è un bisogno profondo come quello delle fiabe? Una parte della risposta è data dal fatto che la ricerca stessa delle tracce della pirateria è più esaltante di un romanzo. Si finisce per scoprire un’umanità silenziosa, fatta di individui senza scelta, che lungo i secoli hanno affrontato inenarrabili disagi. Sopravvivere significava fuggire sul mare e vivere di quel che si poteva “raccogliere”.
I pirati non sono solo cappellacci e bende sull’occhio, coltellacci e gambe di legno dal sinistro martellare sul ponte di comando. I pirati hanno portato un grosso contributo all’evoluzione della navigazione e agli scambi – commerciali, culturali o di altri tipi ancora. Hanno raccolto informazioni utili alla scienza, hanno sperimentato sulla propria pelle malattie e disagi il cui frutto è andato a beneficio delle generazioni successive. È stato anche commovente ed esaltante scoprire che spalla a spalla coi pirati c’erano anche delle donne, molte più di quanto si creda. Un rinnovato interesse per la storia del mare e della pirateria attraverso la presenza femminile lungo i secoli coinvolge oggi tante studiose, che hanno prodotto ricerche i cui risultati aiutano a riscrivere una buona fetta di storia.
Questo libro è nato da una ricerca durata parecchi anni e che ancora prosegue: il suo primo nucleo servì da supporto a un biennio di corso sulla storia della pirateria, il primo in Italia a quanto mi è dato sapere. L’inatteso e gradito successo di cui godette il corso fu la molla che mi convinse a fare di più, ad andare più avanti e più a fondo, a continuare nella ricerca, a riesaminare anche elementi raccolti lungo tutta la vita, ogni volta che la pirateria, col suo fascino irresistibile, mi si era ripresentata. Così sono riemerse, per essere rilette con cura, storie raccolte in luoghi di mare e trascritte durante viaggi condotti prima dell’assalto del turismo di massa. Con loro libri, riviste, oggetti di altri mondi; tutti elementi in attesa di una giusta considerazione e ricollocazione: casse da marinaio, diari, lettere, giornali di bordo, giacciono ancora – veri tesori! – nei fondi di biblioteche dedicate al mare e nei musei marittimi di tutto il mondo. Ho riesaminato dati, aneddoti e altre storie fornite generosamente da comandanti di navi, ufficiali, marinai e pescatori che, come chi scrive, provenivano da luoghi di mare, o che sul mare, di mare o per il mare avevano vissuto.
Tra l’inferno e il mare è per me solo un primo contributo a un mondo che finora non ha avuto l'attenzione che meritava; un mondo la cui voce è quella dell’eco delle onde che risuona nei cuori di chi il mare lo vive o lo sogna. Una voce che invece secondo me ha ancora tanto da dire, se solo la si vuole ascoltare.

Rassegna stampa
  • Segnalato fra i dieci migliori libri sulla pirateria (Notizie scientifiche, 6 luglio 2023)


  • I saggi di Anna Spinelli:

    Le ricette dei pirati:

    Romanzi, racconti, poesie: