Francesca Violi, Un anno a Casale Nuovo

C'era un topino


Guarda, prima ne mangia un po' la nonna, com'è buona la merendina, e adesso un po' Leo, aaahmm. No? Cantiamo la canzone magica che cantavo al tuo papà? Veramente lui già mangiava come un lupo, ma... Allora: C'era un topino, con un tegamino, andò nel bosco... Dài, apri la bocca... Che poi la tua mamma... Solo perché a casa mandi giù poco e niente, lei non ci crede che invece con me... Anche ieri quando è tornata dal negozio, arriva suona entra e lascia come al solito la macchina accesa, che lo sa che non lo sopporto, ma spegnila, cosa ti cambierà per dieci secondi, e perché poi non manda dentro Luca, no, viene sempre dentro solo lei, così fa prima, mi saluta appena e subito: Ha mangiato Leo? E io, sì, guarda, è stato bravissimo, al nido dicono che ha preso qualche cucchiaio di pastina al pomodoro, ma poi qui alle quattro tutta la merendina col latte, tutta, vero Leo? Eh? Ma lei non mi ha fatto neanche finire, è andata in cucina a prendere la borsa con le tue cose e fa, Ma Mirella, scusi, la merendina è qui sul seggiolone! È intera! Non aveva detto che… insomma, l'ha mangiata o no? È importante che lo sappiamo, la pediatra ha detto...
E avanti così a raffica, sempre più isterica e cattiva e io allora quando lei mi tratta così, con quel tono… dio solo sa come fa mio figlio a sopportarla, è come la storia della palla: è colpa mia se al supermercato i giochi per cani sono uguali a quelli da bambini? E poi a te piaceva, no? Ma no, sembrava che ti avessi comprato una bomba, a sentire come mi dava contro, sempre senza urlare, ma come se parlasse con una... una... minorata, ecco, e io poi vado nel pallone e anche ieri non ho più saputo cosa dire, ma di sicuro tu l'hai mangiata la merendina, su questo non ci piove, lei può dire quello che vuole, o scuotere la testa, ecco, vedi, la nonna piange un po' ma non è niente. C'era un topino, con un tegamino... Se la prende con me, ma cosa c'entro io? Il dottore è stato chiaro sul perché hai smesso di mangiare, è da quando è tornata a lavorare. Perché non si fida a lasciarci nessuno nel negozio, tanto meno mio figlio, capirai, si vede che non è abbastanza bravo, e cosa ci vorrà mai a vendere delle tende, consegnarle e montarle sì, il lavoro di fatica, ma in negozio, quello no, ci vuole la laurea in legge, come lei, però cosa c'entra la legge con le tende nessuno lo sa. Che poi alla fine è stata di Luca l'idea di spostarsi sulla provinciale, è stata del tuo papà, sai? È stata una buona idea, e modestamente chi l'ha trovato il posto, chi è che conosceva la Vera e sapeva che suo marito, coso, stava per mollare l'officina? Non Erio, Erio è il marito della, della… ecco, Armando! Armando, il marito della Vera. Dice tua madre che lo vede passare tutti i giorni, che sembra mica a posto, com'è che dice, uno spaventapasseri ambulante, a piedi lungo lo stradone, prima o poi un camion lo tira sotto, e ogni volta che incontro la Vera vorrei chiederle… anche l'altro giorno era dal tabaccaio che giocava al lotto, Ho fatto un sogno stranissimo, dice, mi gioco i numeri, se vuoi li giochiamo insieme, Per carità, dico io, non ho mai vinto niente.Eh, il negozio, le tende. Intanto chi è che ti tiene tutti i giorni dopo il nido? E la volta delle convulsioni, chi ha chiamato la direttrice? Che son corsa e a momenti mi viene un colpo quando ho visto l'ambulanza al cancello. Signora non si preoccupi, è la prassi, il bimbo adesso sta bene. Prassi un corno, un colpo mi poteva venire, e tu eri bianco come uno straccio lavato, poverino, mentre loro erano alla fiera col telefono sempre occupato. Alla fiera delle tende, e le educatrici mi guardavano male. Da quanto tempo aveva la febbre? E quante supposte ti avevano messo? Perché non ti avevano tenuto a casa? Meglio non pensarci.Assaggia solo questo pezzetto di merendina, che diventi grande grande, Guarda, vedi? La mangia anche la nonna, aahmm! C'era un topino! Com'è che era il sogno della Vera, quello dei numeri che si giocava, me l'ha raccontato tutto, c'erano dei granchi... no, forse delle conchiglie che affondavano nel mare… è che mentre raccontava io volevo chiederle del marito, ma magari lei non vuol far sapere che non è più tanto a posto, e allora penso, che bisogno c'è di dire una cosa che fa star male o fa vergognare, uno ha già abbastanza dispiaceri, e poi cosa le posso dire, Sai mia nuora dice che tuo... che... come si chiama suo marito, amore, possibile, ce l'ho sulla punta della... e lei mi raccontava il sogno e adesso non me lo ricordo, ma comunque non importa, tanto io non gioco al lotto, mai vinto niente io. C'era un topino con un tegamino, andò nel bosco un bel mattino... un bel mattino... e poi com'è, com'è che va avanti?

© febbraio 2010 Francesca Violi